VINCENZO PEZZELLA DEDALUS
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QUESTO SITO


Questo sito non vuole essere solo un contenitore di tracce di opere datate ma esso stesso un’opera sempre in costruzione.
La raccolta e il percorso che viene suggerito è una riflessione sullo stato dell’attuale conoscenza delle nostre origini. Non più origini locali, di culture disseminate tra meridiani e paralleli, ma di specie.
Forse le narrazioni del vecchio paradigma faranno posto a nuove narrazioni. E quella costituirà davvero una rivoluzione planetaria nascente. 


luglio 2019
Vincenzo Pezzella Dedalus

ESPERIENZA DELL'ARTE


L’arte è esperienza in un sistema di segni; il viaggio è la durata biografica, la cronologia di questa esperienza. Non seguo le idee, le domande, le tecniche: queste sono per me il risultato di una ricerca, l’incontro più vicino a quel poter dire e fare.
Io non sono un’artista della decorazione, io sono un artista della domanda. Ad oggi si possono individuare due periodi della mia produzione: quello napoletano e quello lombardo. Questi sono però solo indicazioni locali, dove si è radicata la mia geografia emozionale, che ha sempre avuto uno sguardo verso l’altrove: il cosmico. Le tecniche nell’arte prive di un pensiero teorico sono solo didascaliche e perdono di pathos e di eros, ma anche di mistero.
Le mie opere sono nate dall’incontro: senza di questo l’arte non avrebbe senso. 


luglio 2019
Vincenzo Pezzella Dedalus

DEDALUS DI TERZA GENERAZIONE

Sono Dedalus di terza generazione, seguo a  J. Joyce e U. Eco.
 
Questo secondo battesimo non l’ho cercato come non ho cercato il primo.
Il viaggio di formazione si. Da questo ignoto sono posseduto come lo sono stati i miei due predecessori, salvando del mito la radice del cercatore che va verso la luce. Di questo recente passato ho riconosciuto a James Joyce l’influenza che ha avuto su di me il suo giovane antieroe Stephan Dedalus nella condotta di un processo formativo attraverso l’opera del racconto della sua vita tra i Gesuiti.
L’archivio dei documentari di poesia e lo studioDedalus sono stati il mio omaggio allo scrittore irlandese. Ho ricavato da un autoritratto fotografico un disegno da ex libris divenuto logo dei miei libri d’artista e ora mia icona poetica e grafica. Le  mie esperienze di documentarista hanno avuto tra i diversi padrini anche il dublinese in quanto pioniere del cinema nella sua città già dal novecento. Per U. Eco le ragioni sono più o meno quelle colte della sua biografia di studioso dei linguaggi e i loro incroci. E credo che l’intenzione di rendere omaggio, nei suoi anni di formazione, al padre dell’Ulysse sia evidente. Le sue prime comparse in cui si è dichiarato con il nome Dedalus risalgono al 1958.
 
La mia iscrizione a una genealogia di Dedalus sta nella condotta di quei cercatori, spinti sia dalla metafora del labirinto quanto quello del suo vincerlo con le ali della coscienza critica e della luce.
5 aprile 2018
Vincenzo Pezzella Dedalus

LA NAVICELLA ENTERPRISE DEDALUS

Siamo destinati a un viaggio che è il racconto di noi stessi.
 
L'osservazione e l'esperienza s'incarnano nella parola, traducendo il pensiero in tecnologia che diventa condiviso nella rete della nostra specie di homo sapiens: la freccia del tempo della nostra conoscenza, della nostra storia.
 
La navicella Enterprise Dedalus sta compiendo questo viaggio e quest'avventura.
Tutto ciò che ha creato sono le tracce di questi incontri e quest'esperienza.
 
Ciascuno di noi ha una geografia dell'anima che prende forma lungo la durata di questo percorso, e per tutta la vita ci rende individui e persone: è come il campo scalare di Higgs che differenzia le particelle nella massa.
 
Questo racconto è possibile perché c'è stato qualcuno prima di noi, la cui esperienza intensa che è svolta nel mondo, e le profonde domande che hanno costellato la loro esistenza, ce li fanno apparire come giganti e ne avvertiamo il debito inestinguibile.
 
Le conferme che quello che stiamo svolgendo è proprio il nostro viaggio ci vengono dagli incontri.
Una geografia emozionale ci conduce e nello stesso tempo si svela e ci svela; è come l'inflatone che ci ha dato la prima spinta, originaria.
 
E anche se la natura ci protegge con l'incoscienza dell'infanzia e il fervore della giovinezza, poi ci chiede comunque il conto, quando il tempo sarà scaduto, di quanto abbiamo lasciato in "testimone", che beninteso s'incarna con la vita delle generazioni a seguire.
Ci chiede questo?
Se ha permesso che in noi emergesse una coscienza, vorrà anche dire che era potenzialmente possibile. Quindi perché non dovremmo credere o solo pensare che possiamo rivolgerle un desiderio, una supplica?


                                                                                                                                                                                                             
                                                                                                                                                                                                                   4 Luglio 2019
​                                                                                                                                                                                            Vincenzo Pezzella Dedalus
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